martedì 13 marzo 2012

"Temple Grandin, una donna straordinaria"

Temple Grandin (Boston, 29 agosto 1947) è una delle personalità più famose nel mondo affette da autismo. Attualmente è una professoressa associata dell’Università Statale del Colorado.

Con due lauree in Psicologia e in Zoologia e un master in Scienze Animali è una tenace attivista del movimento in tutela dei diritti degli animali e delle persone autistiche




Ho conosciuto la storia di questa donna grazie ad un film per la televisione del 2010 diretto da Mick Jackson consigliatomi da una cara amica, il cui titolo è "Temple Grandin, una donna straordinaria". Il film racconta la vita di Temple, la sua infanzia difficile, il rapporto con gli altri e soprattutto il rapporto con gli animali, infatti fin da bambina Temple ha sempre avuto più facilità di rapporto con loro che con le persone, che a fatica accettavano la grave forma di autismo di cui soffre. Quando sua madre la teneva in braccio, Temple si irrigidiva e la graffiava cercando di divincolarsi. Solo a 4 anni ha pronunciato le prime parole: poche e sporadiche.
Da ragazzina nel ranch di sua zia in Arizona passava ore sdraiata tra le mucche. Le accarezzava, ne percepiva gli umori, ne capiva le paure. Da adolescente, nonostante fosse incapace di gestire anche la più elementare emozione, è riuscita a realizzare circa metà degli allevamenti di bestiame negli Stati Uniti, con l’obiettivo di ridurre al minimo lo stress cui sono sottoposti gli animali.
«Durante la pubertà avevo in continuazione attacchi di panico» ricorda. «Un giorno ho visto che quando una mucca veniva stretta fra le grate per la vaccinazione, si calmava. Allora ho provato a mettermi anch’io in quel recinto, e la pressione ha calmato anche me». Così all'età di 18 anni costruisce, con due tavole di legno controllate da un cilindro ad aria compressa, la prima «macchina degli abbracci», che per anni ha usato svariate volte per calmarsi.
Grandin ricorda che ci sono diverse forme di autismo: alcune persone ricordano ogni parola che hanno letto, altri invece sono fenomeni nella matematica, Grandin invece ha raccontato di essere ipersensibile ai rumori e ad altri stimoli sensoriali e di provare il bisogno di trasformare ogni cosa in immagini visive. Ed è a partire da questa condizione che riesce  a soffermarsi su dettagli minutissimi sperimentando mentalmente le diverse soluzioni da adottare. In tal modo riesce a prevedere anche le sensazioni che proveranno gli animali sui quali verrà utilizzata l’attrezzatura. Che poi questi percorsi portino al macello per Grandin è solo inevitabile "ma non significa che gli animali in questione debbano essere trattate in modo disumano".

Ecco perché la Grandin ha ricevuto riconoscimenti sia dalle associazioni animaliste sia dagli allevatori di bestiame di ogni continente, senza dimenticare che è riuscita a rappresentare il punto di vista delle persone autistiche, contribuendo in tal modo al miglioramento delle metodologie di intervento più adatte a supportare le persone colpite da questa sindrome.

Una donna con così tanto coraggio e importanza non poteva non essere ricordata su questo Blog.

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