venerdì 21 ottobre 2011

Thea, la siciliana di 14 mila anni fa


Nei weekend di ottobre, la città di Palermo partecipa per la quinta edizione a“Le Vie dei tesori”, il Festival autunnale dell’Università che intende far conoscere a cittadini e turisti uno straordinario patrimonio di siti, e da questi prendere spunto per diffondere conoscenza  e curiosità intellettuale.
Così ho deciso di accompagnare il mio nipotino di 9 anni ad uno di questi eventi, ovvero al Museo Geologico Gemmellaro e devo dire che mio nipote non è stato l'unico ad essere rimasto entusiasta della visita.
Il museo nacque nel 1861, a opera di Gaetano Giorgio Gemmellaro, primo professore di Geologia e Mineralogia dell’Università di Palermo. Fu lui che in breve tempo lo trasformò in una delle istituzioni scientifiche più importanti d’Europa, raccogliendo fossili e rocce da molti Paesi. La visita, oggi, inizia con un’esposizione paleontologica dai più antichi fossili siciliani dell’era paleozoica (270 milioni di anni fa) fino ai più recenti fossili dell’era quaternaria.
Dopo essere saliti sulla "macchina del tempo" osservando resti di orsi, iene, buoi, bisonti, lupi, ippopotami elefanti e cervi ci imbattiamo nell'ultima sala dedicata all'evoluzione dell’uomo in Sicilia, con il prezioso scheletro di Thea, la prima donna di Sicilia, vissuta 14 mila anni fa.



Thea è il nome dato allo scheletro umano proveniente dalla grotta di san Teodoro nel territorio di Acquedolci, nel messinese, così soprannominato negli anni 80, quando in seguito a nuovi studi ne fu determinato il sesso.
Si tratta di una donna poiché possiede un bacino molto più largo rispetto a quelli che ritroviamo negli scheletri  maschili e questo fa pensare che probabilmente ebbe dei figli.
Era alta 1,65 tanti per una donna di quel tempo, e morì a circa 30 anni. Oggi si direbbe che era molto giovane ma il professore Valerio Agnesi assicura che per le aspettative di vita di quel tempo era anzi molto matura. "Questo - spiega - vuol dire che conduceva un sano e, per quanto possibile regolare, stile di vita". 
Infatti dello scheletro sono rimasti intatti i denti, cosa molto strana per una donna vissuta nel Paleolitico superiore (14.750 anni fa). Se poi pensiamo anche che a quei tempi di certo non si usavano le posate il cibo doveva essere strappato con i denti stessi, di conseguenza questo ha fatto pensare che Thea fosse il capo gruppo e quindi probabilmente era lei a gestire e organizzare i lavori dei compagni.
E' curioso e al tempo stesso divertente pensare che una donna vissuta 14 mila anni fa fosse più emancipata di donne del 2011.
Il suo gruppo non era molto numeroso: con il suo scheletro sono stati scoperti i resti incompleti di altri sei individui (quattro maschi e due femmine), oggi esposti in vari musei.
Nel 2007 l'antropologo Roberto Micciché e lo scultore Toni Rizzo hanno ricostruito il volto di Thea  con materiali simili a quelli usati nel cinema per gli effetti speciali.

  

“Thea – ha ribadito Valerio Agnesi, direttore del museo Gemmellaro -, è da sempre la nostra mascotte. Voglio precisare che siamo orgogliosi del lavoro svolto, perché con molta probabilità questa era il vero volto di Thea, fatta eccezione per le orecchie e il naso, parti molli di cui ovviamente non c’è traccia”
Thea è un ominide da sempre studiato, – ha dichiarato l’ideatrice – ma averle dato un volto ci ha permesso di restituire questa donna preistorica alla realtà dei nostri giorni. Siamo abituati a vedere reperti ossei nei musei, ma ora che Thea ha anche una faccia è come se si ricordasse che lei ha avuto un suo vissuto fatto di sogni e paure”. Carolina Di Patti





1 commento:

  1. E' veramente entusiasmante pensare che a distanza di 14mila anni una donna del genere possa essere ricorda ancora oggi da noi donne del XXI secolo: quest'ultime, "grandi" donne, che si cullano nella convizione di essere emancipate non cogliendone la vera essenza. La vera emancipazione in questo caso è incarnata da Thea. Il suo atavico esempio ci offre non solo un modello di donna che riesce a gestire ed organizzare un intero gruppo, ma soprattutto la possibilità di riflettere profondamente sulla nostra condizione nel corso della storia. Per è assolutamente eccezzionale, e permettetemi di gioire un pò di più solo per il gusto di essere entrambe siciliane! :D

    RispondiElimina