martedì 27 settembre 2011

Isabelle Caro, la sua lotta contro l'anoressia.

La ragazza che non voleva crescere




"Per me è importante che la gente sappia e veda davvero a che cosa può portare l'anoressia. Mi sono nascosta e coperta per troppo tempo: adesso voglio mostrarmi senza paura anche se so che il mio corpo ripugna. Le sofferenze fisiche e psicologiche che ho subito hanno un senso solo se possono essere d'aiuto a chi è caduto o ha la tentazione di cadere nella trappola da cui io sto cercando di uscire. Ho tanti sogni per il mio futuro, vorrei fare l'attrice di teatro. Vorrei una famiglia, dei bambini...Vorrei vivere"





Isabelle Caro è morta quasi un anno fa, il 17 Novembre 2010, aveva 28 anni.

Isabelle nasce da una relazione clandestina tra sua madre e un famoso artista francese, un uomo esile e affascinante che contrasta con l'immagine del marito, un omone grande e grosso che riconoscerà la bambina e le farà da padre. Isabelle nasce piccola e delicata e di questa sua gracilità la madre va particolarmente fiera perchè è l'unico legame rimasto tra Isabelle e il suo vero padre. Questa gracilità viene continuamente incoraggiata a protetta: Isabelle è costretta a indossare scarpe e vestiti piccoli, non può uscire di casa perchè "l'aria fa diventare grandi" e quando è costretta a farlo, la madre la ricopre di sciarpe a proteggere il viso.
A 6 anni la madre di Isabelle, insegnante, decide di non mandarla a scuola insieme agli altri bambini ma di tenerla a casa a studiare sotto la sua guida. Unico svago concesso le lezioni di violino, che Isabelle prende nella sua stessa casa da un insegnante di musica privato.
Nello stesso periodo riappare il vero padre di Isabelle, un musicista, e la madre li spinge a partecipare alle riprese per un video musicale insieme. Quando Isabelle vede suo padre capisce tutto nonostante abbia solo 7 anni e di quella strana giornata le rimane solo una fotografia di lui con un scritta sul retro: questo è mio padre! Isabelle fa coincidere l'inizio della sua malattia con una giornata particolare in cui finge un mal di pancia per poter uscire di casa, all'ospedale viene pesata e misurata. Quelle cifre dette ad alta voce dal medico disegnano sul volto della madre un espressione di disappunto che spinge Isabelle al digiuno: "Avrei fatto qualsiasi cosa per renderla felice, capii che per lei pesavo troppo. Cosi da quel giorno piano piano smisi di mangiare" ricorda la ragazza.
Da quel giorno sono passati 15 anni, pieni di diete e digiuni, dolore e rinunce. (biografia estrapolata da: http://genius8.splinder.com/post/15481294)


31 Chili di ossa...di sofferenza, di lotta...
"La ragazza che non voleva crescere. La mia battaglia contro l’anoressia" (Cairo editore) è il libro da lei scritto per iniziare la sua lotta contro questa malattia che è solo sofferenza e solitudine.
La ragazza racconta la sua vita segnata dalla malattia, e aggiunge che ha dovuto anche lottare contro chi è pro-anoressia
Afferma Isabelle che una volta nel metrò di Parigi un esponente di questo gruppo la schiaffeggiò in pubblico per “punirla” di quelle foto, ma questo episodio è stato solo uno di una vita sfortunata. Scioccante, ma vero...esistono addirittura associazioni internazionali che difendono l'anoressia. Ci sembra sconvolgente? bé lo è, tuttavia viviamo in una società dove solo le donne "belle" hanno fortuna. Belle=magre. Una società che ci spinge alla chirurgia, che ci invita a non avere più di una 40 di taglia e meno di una 3 di seno. Una società che spinge alla paranoia e alla depressione..
Ecco perchè mi sento di ringraziare di nuovo e sempre Isabelle, per avere lottato e fatto conoscere al mondo intero questa sofferenza.


Infatti la sua notorietà è legata alla campagna choc contro l'anoressia di tre anni fa, firmata da Oliviero Toscani. «Purtroppo non ho un bel ricordo di Isabelle Caro - ha detto il fotografo - era una ragazza molto malata, prima nella testa che nel corpo, perché aveva una mente da anoressica, come tutte le persone che soffrono di questo disturbo era anoressica nel cervello».
Gli scatti di Toscani erano gigantografie di un corpo devastato: i piedi e le mani grandi su un corpo fatto solo di ossa, la pelle chiazzata dalla psoriasi.
Tuttavia c'è chi non ha gradito questa campagna choc, ritenendola "pornografia", "volgare strumentalizzazione"!
Io invece apprezzo il suo coraggio..il suo avere mostrato davvero cosa significa essere anoressica.
Un saluto a questa magnifica donna, ricordandola:


Vorrei sapere cosa pensate voi della campagna pubblicitaria da lei utilizzata come mezzo di informazione-formazione!

2 commenti:

  1. Difendere l'anoressia è quantomeno un crimine e basterebbe informarsi per capire che è una malattia dalla quale è davvero difficile uscirne, come tutte quelle psicologiche. Lei è stata davvero coraggiosa a mostrarsi poichè ha voluto accendere una fiamma su questa malattia che invece viene vista nelle passerelle come una cosa positiva.

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  2. Come si possono definire queste foto volgari e pornografiche?io vedo solo una donna che vuole dare un messaggio molto forte alle altre donne e cerca di esprimere il suo dolore.
    Volgari io definirei le foto dei calendari,ragazze che mostrano il loro corpo con lo scopo di guadagnare tanti soldi e diventare più famose,solo che quelle le definiscono foto artistiche.

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