mercoledì 13 luglio 2011

Discriminazione sul lavoro

Che la donna nel corso dei secoli è riuscita a ritagliare diversi spazi nel mondo del lavoro, questo non si può negare. Sicuramente adesso molte più donne non sono solo casalinghe e mamme. Tuttavia questo dato di fatto non deve trarci in inganno, infatti esse lavorano con salari più bassi e meno possibilità di fare carriera. Basti pensare che lo scatto di carriera è nella maggioranza dei casi riservato ai colleghi. Nei posti di comando le donne sono pochissime, così come nel settore della politica e della burocrazia. Questo accade un po dappertutto sia in Europa che negli Usa, anche se in maniera meno evidente, infatti l'occupazione femminile è più elevata e ci sono più donne che occupano posizioni di prestigio. Come sempre l'Italia ha il primato! Nel nostro paese ciò che conta di più è la bella presenza.
Mi è capitato di leggere diversi annunci di lavoro, del tipo "cerco commessa, bella presenza...etc..", e mi sono domandata, chissà cosa vorranno dire con "bella presenza"?
Ho pensato subito alla pulizia, ovvio, all'educazione, d'obbligo, alla cordialità e all'efficienza, mi sembra il minimo.
Allora ho cominciato a sbirciare diversi articoli, forum e quello che ho trovato è che per la maggior parte delle volte con tale espressione non si fa riferimento ai criteri sopra indicati, da me ingenuamente presi in considerazione, bensì "magrezza. giovinezza, bel viso, belle mani..." e chi più ne ha più ne metta..
Ho letto la storia di una donna licenziata perché "grassa e brutta":

CAGLIARI - Ha deciso di adire le vie legali Erika Tascedda, una cameriera sarda licenziata dal pub di un albergo in Trentino perché troppo brutta e troppo grassa. La donna, accompagnata da Monia Conciatori, responsabile ogliastrina del Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori) si è recata presso la stazione dei Carabinieri di Tortolì dove ha presentato una querela per discriminazione contro la proprietaria del locale che l'aveva assunta il 21 dicembre scorso, salvo poi troncare immediatamente il rapporto di lavoro per presunti 'motivi estetici'. Erika, che ha 31 anni ed è originaria di Barisardo, in Ogliastra, è rimasta malissimo e ha ribadito quanto aveva già dichiarato al "Trentino" e alla "Nuova Sardegna".
"E' vero che sono alta un metro e 55 cm e che peso 75 chili - ha spiegato - ma questo la padrona del pub lo sapeva anche prima di chiamarmi, perché io stessa glie l'avevo detto. Invece il 21 dicembre, quando mi ha chiamato per il colloquio, la signora mi ha detto chiaramente che non io non potevo più lavorare lì, perché ero troppo brutta e grassa, cosa che avrebbe allontanato i clienti. Ho fatto un viaggio per niente, mi ritrovo sulla strada e mi sento malissimo". La giovane ha lanciato un appello al presidente della Regione sarda, Renato Soru, invitandolo a "difendere i diritti e la dignità di tutti i sardi". E' anche decisa ad andare avanti nella sua battaglia.
http://amiciobesi.forumfree.it/?t=13207707

Ora mi chiedo, se vado in un pub ma cosa mi importa se chi mi serve è bella/o, brutta/o?  L'importante è che faccia il suo lavoro bene.
O se devo comprare un abito poco mi importa se sta bene alla commessa, deve stare bene su di me!
Senza contare che la bellezza è un criterio assolutamente soggettivo e cambia da persona a persona, invece sembra che tutte e tutti noi dobbiamo necessariamente omologarci e rispettare criteri imposti dalla società che noi non abbiamo scelto.
La bellezza è armonia, diversità e perché no? la bellezza sono i nostri difetti, quelli che inevitabilmente ci rendono unici e diversi dagli altri.
Come diceva Soren Kierkegaard "l'uomo (e io aggiungo anche la donna)  trova troppo rischioso essere se stessi e ch'è molto più facile essere come gli altri, scimmiotare gli altri, essere un numero fra gli altri nella folla".

Poi ho trovato un altro articolo ridicolo, però questa volta passando all'altro eccesso:
Discriminata perché troppo bella
"Essere belle può diventare un problema. E sicuramente lo è stato per Debrahlee Lorenzana, 33 anni ragazza madre di origini portoricane che per la sua avvenenza ha perso il posto di lavoro. A dare la notizia è stato il suo avvocato in un’intervista al free press newyorkese VillageVoice.
La donna lavorava per una banca, la Citigroup Bank nella filiale di Manhattan. È stata licenziata la scorsa estate: la motivazione ufficiale è stata per “scarso rendimento”. Ma secondo quanto riferisce la 33enne i problemi son stati ben altri. Sembra che il suo capo le abbia detto di non riuscire a concentrarsi sul lavoro a causa dell’abbigliamento. E da lì la richiesta di indossare dei vestiti più sobri. Dunque banditi pantaloni aderenti, gonne e maglie scollate.
La donna, a quel punto, ha evidenziato che le altre colleghe indossavano abiti più succinti ma si è sentita dire: «Ma le loro forme sono diverse dalle tue».
«Mi è stato detto che ero troppo attraente – dice Debrahlee - Quando ho risposto che non sapevo che cosa farci, è scoppiato l'inferno». Da quel momento la vita lavorativa della donna è diventata insopportabile e così ha fatto causa per molestie sessuali. Ma la situazione non è per nulla migliorata poiché l’ambiente è diventato sempre più ostile e doloroso. Un suo ex collega, Tanisha Ritter, la difende e dice: «Ho visto gli uomini trasformarsi in una manica di idioti di fronte a lei. Ma non è colpa sua se si comportano in questo modo. E non avrebbe dovuto rimetterci». "
www.libero-news.it/news/425218/Disc...oppo_bella.html

Senza contare che è un problema che la donna possa rimanere incinta...quindi non si dovrebbe più procreare. Strano ma vero, prima la donna era costretta a fare figli, perché era l'unica mansione che le era affidata, adesso deve fare una scelta, o la carriera o essere madre.
Ma è davvero così difficile conciliare le 2 cose? In Italia sembra di si, ma se guardiamo la puntata che "presa diretta" ha dedicato l'anno scorso alla condizione delle lavoratrici in Italia confrontandola con la Norvegia vediamo che ci sarebbero tante cose possibili da fare, o dobbiamo pensare che in Norvegia sono più intelligenti?
Si potrebbero aumentare asili nidi (dando anche più lavoro a maestre precarie), si potrebbero aprire asili nidi aziendali e anche rendere più flessibile l'orario di lavoro.
Le soluzioni ci sarebbero, il problema è: vogliamo attuarle davvero?

Ecco i video della puntata di "presa diretta" ve li consiglio ;)
Buona visione.








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