martedì 28 giugno 2011

Rita Atria

"L'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo."

Ancora oggi nel 2011 molte persone non sanno chi è Rita Atria, che cosa rappresenti per la Sicilia e per tutto il mondo. E' lontana dal cuore e soprattutto dalla memoria. Ma Rita è stata una grande donna capace di abbattere pregiudizi e stereotipi, in grado di andare contro tutto e tutti solo per amore della verità e della giustizia.
Per chi non la conoscesse, questa è la sua storia:

Rita Atria nasce in una famiglia mafiosa ed a undici anni perde, ucciso dalla mafia, il padre Vito, mafioso della famiglia di Partanna. Sono gli anni dell'ascesa dei corleonesi e della guerra di mafia che li vedrà impegnati in sanguinosi omicidi di uomini delle cosche rivali per la presa del potere.

Alla morte del padre, Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata Piera Aiello. Di Nicola, anch'egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria verrà ucciso dalla mafia, e sua moglie Piera Aiello decide di collaborare con la giustizia.
Rita Atria, a soli 17 anni, nel novembre 1991, decide di seguire le orme della cognata, cercando, nella magistratura, giustizia per quegli omicidi. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni fu Paolo Borsellino al quale ella si legò come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre deposizioni hanno permesso di arrestare diversi mafiosi e di avviare un'indagine sul politico Vincenzino Culicchia per trent'anni sindaco di Partanna.
Dopo una settimana dalla bomba di via d'Amelio, il 26 Luglio 1992, si uccise a Roma dove viveva in segretezza.
Rita Atria per molti rappresenta un'eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate), per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia, non aveva infatti mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Per questo la sua collaborazione assume un valore ancora più alto e correttamente ci si riferisce a lei come "testimone di giustizia".

Lei che è stata e sarà sempre grande esempio di coraggio non può essere sepolta e dimenticata nell'oblio, poiché si muore davvero solo se si è dimenticati da tutti. Se questo avverrà allora la sua vita, la sua morte e il suo coraggio saranno stati vani..


"Attendere chi. O cosa?
Forse una speranza
l'illusione di cambiare ciò che ti circonda
talmente complicato perché sai che mai
ciò che è stato rubato ti potrà essere restituito
puoi gridare, piangere, soffrire,
ma nessuno ascolterà, nessuno ti capirà
anzi ti giudicherà."

"Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita.
Tutti hanno paura ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combarrete la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.
Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi
ma io senza di te sono morta."



1 commento:

  1. Purtroppo è vero che pochissime persone conoscono la triste storia di Rita Atria. Credo che il suo esempio sia veramente singnificativo. Quando conobbi la sua storia avevo all'incirca la sua età,cercai di immedesimarmi quanto più possibile e di provare a comprendere quanto per lei fosse stato difficile mettere da parte il mondo in cui era cresciuta per tutto quel tempo.La storia di Rita dovrebbe essere mantenuta sempre viva nella nostra memoria,il suo messaggio è pieno di speranza quella che non dovrebbe mai lasciarci anche se è veramente difficile non farlo, purtroppo il nostro è un sistema in cui si va avanti solo se si è figli "di" ma come ci insegna Rita Atria "chi ci impedisce di sognare"L'unica cosa che possiamo fare e lottare senza mai stancarci tenendo sempre in mente l'esempio di Rita!

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