giovedì 2 giugno 2011

Ipazia

Inauguriamo il nostro nuovo Blog con un post dedicato ad una delle "donne simbolo" della lotta per l'affermazione della figura femminile nella società. Siamo andate a scavare nella storia per recuperare documentazioni riguardo la vita di questa donna che è rimasta nell'anonimato troppo a lungo.

La figura di Ipazia, dopo essere stata cancellata dalla storia per mille e seicento anni, è tornata prepotentemente alla ribalta grazie anche al film di Alejandro Amenabar "Agorà", che ha suscitato un grande dibattito a tutti i livelli e che ha trovato ampia eco sui principali media nazionali.
La sua vita e la sua tragica fine ci lasciano un messaggio di così grande attualità e modernità da trasformarla in vero simbolo ed esempio per gli anni a venire. Con la speranza che alla fine Ipazia ritrovi la sua giusta collocazione nella storia.
Figlia di Teone, rettore dell'università di Alessandria e famoso matematico egli stesso, Ipazia e suo padre sono passati alla storia scientifica per i loro commenti ai classici greci: si devono a loro le edizioni delle opere di Euclide, Archimede e Diofanto.
In un mondo che ancora oggi è quasi esclusivamente maschile, Ipazia viene ricordata come la prima matematica della storia: l'analogo di Saffo per la poesia, o Aspasia per la filosofia. Anzi, fu la sola matematica per più di un millennio: per trovarne altre bisognerà attendere il Settecento. Ma Ipazia fu anche l'inventrice dell'astrolabio, del planisfero e dell'idroscopio, oltre che la principale esponente alessandrina della scuola neoplatonica.
Le sue opere sono andate perdute. Le uniche notizie su di lei ci vengono dalle lettere di Sinesio di Cirene: l'allievo prediletto.

Se ragione e fede costituiscono i due binari paralleli lungo i quali si è mossa la storia dell'Occidente negli ultimi duemila anni, l'episodio più emblematico della contrapposizione fra queste due ideologie accadde nel marzo del 415, con l'assassinio di Ipazia (Alessandria d'Egitto circa 370 - 415 d.c.) detta "la musa" o "la filosofa".
Il contesto storico in cui l'avvenimento ebbe luogo è il periodo in cui il cristianesimo effettuò una mutazione genetica, cessando di essere perseguitato con l'editto di Costantino nel 313, diventando religione di stato con l'editto di Teodosio nel 380, e iniziando a sua volta a perseguitare nel 392, quando furono distrutti i templi greci e bruciati i libri "pagani".
Gli avvenimenti ad Alessandria precipitarono a partire dal 412, quando divenne patriarca il fondamentalista Cirillo (proclamato Santo e Dottore della Chiesa nel 1882). In soli tre anni, servendosi di un braccio armato costituito da monaci combattenti, sparse il terrore nella città. Ma la sua vera vittima sacrificale fu Ipazia, il personaggio culturale più noto della città.
Il razionalismo di Ipazia, che non si sposò mai a un uomo perché diceva di essere già «sposata alla verità», costituiva un controaltare troppo evidente al fanatismo di Cirillo.
Uno dei due doveva soccombere e non poteva che essere Ipazia.
Aggredita per strada, Ipazia fu scarnificata con conchiglie affilate, smembrata e bruciata. Il governatore Oreste denunciò il fatto a Roma, ma Cirillo dichiarò che Ipazia era sana e salva ad Atene. Dopo un'inchiesta, il caso venne archiviato «per mancanza di testimoni».

"Immaginate un tempo quando il più importante matematico vivente era una donna, peraltro una donna molto attraente, e una donna che era contemporaneamente il migliore astronomo del mondo di allora. Immaginate che abbia condotto la sua vita ed il suo lavoro professionale in una città così turbolenta e problematica come sono oggi Beirut o Baghdad. Immaginate che questa donna matematica abbia raggiunto la fama non solo nel suo campo specialistico, ma anche come filosofo e pensatore religioso, capace di attrarre un largo numero di seguaci. Immaginate lei come una vergine martire ma non per la sua Cristianità, ma da parte dei Cristiani perché non era una di loro. E immaginate che il colpevole della sua morte sia stato accolto tra i santi più onorati e significativi della Cristianità. Non avremmo dovuto sentirne parlare? Non sarebbe dovuto succedere che in ogni libreria fosse stato possibile comprare una sua biografia? La sua vita non avrebbe dovuto essere nota a tutti? Potreste pensare che avrebbe dovuto essere così, ma così non è stato."

Da "Il sogno di Ipazia"
(spettacolo teatrale)




Dunque consiglio a tutti/e la visione del film "Agorà".
Ecco il trailer, buona visione

1 commento:

  1. Ipazia è davvero un esempio di donna. Devo ammettere che ho conosciuto questa figura importante della storia tramite il forum, a dimostrazione dell'ombra che purtroppo è caduta su Ipazia. Mi sorprende pensare che una donna, in un contesto sociale e culturale così ostile, abbia avuto l'intelligenza ed il coraggio di affermare se stessa con la propria cultura e i propri principi. sembra quasi che,cronologicamente parlando, la mentalità diffusa nella nostra società sia antecedente rispetto alla mente di Ipazia.

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