mercoledì 8 agosto 2012

Dalla parte di Lydia Chaco



Da poco mi è giunta notizia che Lydia Chaco, giornalista messicana impegnata nella lotta per i diritti delle donne e nella difesa dei minori dallo sfruttamento pedo-pornografico, è stata costretta a lasciare il Messico per nuove  minacce di morte.


“Ti manderemo a casa a pezzetti”
le ha annunciato una telefonata anonima.

Lydia Chaco è una donna estremamente coraggiosa, una giornalista con la G maiuscola, che da tutta una vita lotta accanto a donne e ragazze vittime dello sfruttamento sessuale. Una di quelle donne che ti fanno sentire orgogliosa di appartenere alla specie umana. Nonostante le continue violenze che ha subito da parte dei potenti non ha mai cessato di denunciare imprenditori e politici coinvolti in una fitta rete di sfruttamento della prostituzione minorile.

1,4 milioni di donne e ragazze vengono acquistati e venduti ogni anno sul mercato del sesso.
In una società capitalistica, patriarcale dove ogni cosa ha valore in base a quanto produce il sesso viene usato come arma di ricatto e corruzione nella politica.
Nel 2005 Lydia Cacho pubblica in Messico Los Demonios del Eden e la sua vita cambia inesorabilmente. Jean Succar Kuri, noto proprietario di alberghi, uno degli imprenditori messicani più facoltosi è accusato di essere coinvolto in un giro di pornografia infantile e prostituzione insieme a importanti esponenti politici e loschi uomini d’affari. Per questa inchiesta, supportata dalle dichiarazioni delle vittime e da prove filmate con videocamera nascosta, Lydia Cacho viene citata per diffamazione e arrestata illegalmente da un gruppo di poliziotti, picchiata e rinchiusa nel lontano carcere di Puebla.
Memorie di un’infamia è il racconto di quanto Lidia Cacho ha vissuto in prima persona in un paese, il Messico, dove ogni anno vengono assassinati decine di giornalisti.

Cosa possiamo fare noi per aiutare, per quanto è possibile, questa donna che non merita di rimanere sola?
In primo luogo bisogna parlare di questa donna e della sua storia, e far si che i media ne parlino a loro volta, affinché tutte le istituzioni internazionali si impegnino per salvare la vita di questa onesta cittadina.
Amnesty International ha emesso un comunicato urgente ai governatori del messico affinchè vengano identificati i reponsabili e che il rientro di Lydia sia sicuro. Questo è il link che dobbiamo fare in modo che giri il più possibile!! http://takeaction.amnestyusa.org/siteapps/advocacy/ActionItem.aspx?c=6oJCLQPAJiJUG&b=6645049&aid=16251

Per Lydia e per la libertà di stampa!

"Non sono mai stata paurosa, sono nata con l'audacia di una navigante portoghese che si spinge in mare aperto in cerca della vita." 



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