domenica 5 giugno 2011

Essere Donna

Credo che la situazione in cui attualmente versa la civiltà occidentale in particolare riferendomi alla società italiana sia notevolmente disagiata e triste sotto tanti punti di vista. Meriterebbe delle riflessioni da parte di tutti noi quotidianamente in quanto nessuno di noi può ritenersi escluso dal continuo “stupro” culturale che avviene di fronte a noi, non rendendoci nemmeno conto di come la crisi morale ci investa non trasversalmente come molti forse ancora pensano, ma è proprio nella nostra personalità, nel nostro modo di guardare e di interagire con il mondo, con gli altri che ritroviamo gli effetti della decadenza sociale in cui siamo immersi. Da donna ritengo che un aspetto importante da sottolineare all’ interno di questo scempio etico sia proprio il cambiamento che sta assumendo il concetto di Lavoro rapportato al sesso femminile nella condizione odierna. Il sesso è sicuramente una delle armi più potenti che gli esseri viventi posseggano in grado di condizionare i rapporti tra gli individui addirittura generando enormi contrasti. Nel secolo scorso migliaia di donne hanno combattuto per mettere fine alla loro subordinazione subita da secoli, non si tratta di voler assomigliare all ‘altro sesso bensi di riconoscere la propria diversità non come un difetto o come una mancanza ma come un dato di fatto, come l ‘unicità del nostro genere. Sono stati davvero tanti i risultati ottenuti da donne che hanno lottato perché credevano fermamente nella loro identità, donne che hanno con grande dignità affrontato battaglie sessiste con l ‘obbiettivo di portare alla luce del sole la propria identità e oggi?
A distanza di decenni tutto sembra essersi trasformato anzi si è parecchio trasformato. Cosa è oggi per alcune donne un lavoro? Per cosa lottano ancora le donne?credo che in italia la situazione a livello di oppressione femminile sia quasi del tutto scomparsa. Non vi sono più schiavitù sessuali (malgrado alcuni episodi e alcune determinate situazioni). Se pensiamo a quello che succede giornalmente in molti paesi orientali o dell’ emisfero australe credo che possiamo ritenerci più che fortunate di vivere in occidente.
E allora, in occidente e in Italia in particolare il problema è l’ uso che noi facciamo della nostra immagine, del modo con cui vogliamo dimostrare ancora la nostra uguaglianza /diversità. Un modo del tutto sbagliato a mio avviso, che pruduce effetti esattamente opposti. Dunque non ci sono solo donne che sono costrette a vendersi perché schiave. Alcune e direi la maggior parte lo fanno per libera scelta, perché tutto sommato è il modo più semplice per raggiungere le proprie ambizioni.perchè questa società ci propone la strada più semplice come quella da seguire,”non dobbiamo faticare troppo ma avere sempre e tutto a disposizione. Guardare dritti al successo senza osservare chi ci sta vicino”. Perché questa società antepone i fini ai mezzi. L‘immagine è praticamente tutto si può raggiungere qualunque obbiettivo mostrando usando e strumentalizzando il corpo e anche i sentimenti più profondi. L’importante è ciò che si appare. Una vera e propria prostituzione fisica e intellettuale. È ammissibile che una figura più o meno gradevole possa essere diventata il curriculum di una donna? mi chiederei se è eticamente legale visto che a quanto pare ormai lo è da altri punti di vista. È una sistema concatenato perché se è vero che alcuni uomini continuano a vedere la donna come una merce, è pure vero che sempre più donne non sono capaci di dire un “no grazie” di fronte a proposte che possano soddisfare una propria ambizione. Perché credono che un lavoro ormai sia quello dove posso fare sempre meno e guadagnare sempre di più. I media non ci insegnano che lavoro è una parte della propria vita fondamentale per realizzare un pezzo di noi ,che un lavoro è qualcosa che richieda competenze specifiche e che ne vale la nostra vita all ‘interno della società. No, tutto questo è fuori discussione. Lavoro ormai è strumentalizzazione della cultura, è fare a gara per chi sa meglio mostrare ciò che ha o che se non ha tenterà di avere in tutti i modi, lavoro è chi sa meglio “fare” piuttosto che parlare, chi sa meglio fingere di avere un quoziente intellettivo più basso di quello che già basso è di per sé. Non credo che ci siano vittime e carnefici in questa situazione ma un sistema di concause. Assoluta denigrazione e mancanza di riconoscenza verso chi in passato ha lottato per ottenere un lavoro con cui potere soltanto mangiare e verso donne che nel presente invece non possono e non vogliono cedere a questo sistema sovvertito, che credono ancora nella giustizia, in un sistema meritocratico che non escluda nessuno, che non vogliono che l’ impianto di un intero paese abbia una matrice sessuale, che questa sia il suo cardine. Insomma un‘immagine della donna ridotta al nulla dalle donne stesse, insieme ad un inglobamento anche di donne diverse di un’altra parte della società all interno di questa tristissima immagine.

Giulia Albanese

1 commento:

  1. come non essere d'accordo con quanto è stato scritto, condivido pienamente. l'aspetto più interessante, in un sistema ed in una società cosi vuota moralmente, è quello di vedere che sempre più donne e uomini hanno il bisogno di non piegarsi a tale impoverimento. l'aspetto più triste è di coloro che invece vi aderiscono perdendo se stessi (uomini e donne) senza neanche rendersene conto proprio perchè, come scritto nella pagina, il successo "facile" è la strada più semplice, più accessibile.

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