sabato 22 settembre 2012

Per riflettere...

Da qualche giorno ho finito di leggere "Il corpo delle donne" di Lorella Zanardo, e più andavo avanti nella mia lettura più mi convincevo che questo libro dovrebbe essere letto da tutti gli uomini e le donne di qualsiasi età. Non mi interessa aggiungere altro, voglio semplicemente lasciarvi con le parole della Zanardo riportandovi alcune parti del libro, e sperare che questo susciti la vostra curiosità e magari vi spinga alla lettura integrale di questo libro eccezionale che fa comprendere come in TV troviamo la donna che appare, ma manca la donna che è. Senza contare che ci vengono imposti stereotipi femminili quando nella realtà i tipi di donna sono molteplici e svariati. Non esiste, oserei dire per fortuna, solo il modello di donna proposto dai mass-media.
Buona lettura:

Ho lavorato e sono sfinita, non immaginavo così tanta fatica, così tanta noia. Adesso so che le immagini non sono solo immagini, sono comunicazione, memoria, sapere, educazione...
Di certo non immaginavo che le immagini televisive fossero uno specchio così preciso per alcuni comportamenti. Ho cercato di guardare dentro quello specchio per vedere chi siamo e magari riuscire a modificarci se non ci piacciamo. Ho capito anche che talvolta gli specchi servono a nascondere oltre che a rivelare.

Volti ricondotti a maschere dalla chirurgia estetica. Corpi gonfiati a dismisura come fenomeni da baraccone di un circo perenne che ci rimandano a un'idea di donna contraffatta, irreale. Allora sono sicura che la TV la puoi guardare, la puoi sopportare, ma solo pensando che è un grande circo.

I volti e i corpi delle donne reali sono stati occultati; al loro posto, la proposizione ossessiva, volgare e manipolata di bocche, cosce, seni: una rimozione e sostituzione con maschere e altri materiali.
Dove sono finite le "qualità" del femminile nelle immagini che dominano?
Non riusciamo a scorgere in TV una natura peculiare dell'essere femminile, un'identità nuova, originale, genuina a parte pochissimi casi su reti minori o in orari di bassa audience.

Essere autentici probabilmente costituisce uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Ma essere autentici richiede di saper riconoscere i nostri desideri e i nostri bisogni più profondi.
Dal mio punto di vista, credo che il vero problema delle donne sia non essere più in grado di riconoscere i propri bisogni, e di conseguenza come è possibile essere autentiche?

Sono sicura che senza questa pressione continua sul "dovere essere belle" secondo dei canoni che noi non abbiamo scelto, ci accetteremmo di più per quel che siamo.

Diceva la Magnani al truccatore che prima del ciak stava per coprire le rughe del volto: "Lasciamele tutte, non me ne togliere nemmeno una, ci ho messo una vita a farmele".

Ricordo una trasmissione dove Teo Mammuccari fingeva di ipnotizzare una soubrette a cui veniva ordinato di togliersi pantaloni e reggiseno. La donna restava in piedi, in mutande e reggiseno, occhi chiusi, i pantaloni alle ginocchia. La telecamera la inquadrava, piacente e adulta, con i pantaloni calati: l'immagine era oscena e mi pareva che con questa violenza visiva si andasse ben oltre la proposta di modelli in cui gli spettatori a casa potessero immedesimarsi. C'era un compiacimento nel mostrare oltre il lecito e oltre il buongusto, c'era il piacere dello scherno, dell'umiliazione: come se si desse per scontato che a casa godessero nel vedere i loro eroi avviliti.

Pensavo agli italiani di fronte la televisione. Mi chiedevo come si sentissero, sottoposti costantemente com'erano a stimoli erotici: coniugi che si accoppiavano davanti allo schermo stimolati da enormi seni perennemente in primo piano, adolescenti eccitati davanti a provocanti soubrette in trasmissioni pomeridiane...Ma è veramente così?

Le due veline provocanti, ammiccanti, stanno in ginocchio sulla scrivania dei conduttori, occupando i lati dello schermo. Sorridono al pubblico, vezzose e infantili.
Non parlano quasi mai. Ogni tanto si alzano per lo stacchetto, un balletto durante il quale la telecamera sbircia insistentemente sotto le minigonne. Sono "ragazze decorazioni" volti e corpi piacevoli ma non eccessivi nelle forme, sguardi ingenui [...] A queste ragazze non è quasi mai richiesto di parlare e, se lo fanno,  è solo per avvalorare l'affermazione di un uomo.

Iacchetti e Greggio [...] incuranti degli anni che passano, alternano barzellette e battute a doppio senso sulle loro partner in trasmissione, che per età potrebbero essere le loro nipoti.
[..] Emerge che Striscia, con quei due sessantenni adolescenti e quelle due lolite, è davvero uno spaccato dell'Italia d'oggi: perdita di ruoli, mancanza di figure di riferimento. Dove sono gli adulti a cui i ragazzi e le ragazze possono ispirarsi in modo simbolico?

Eravamo partiti con l'idea di dire basta alle donne trattate come oggetti o come eterne bambine; non eravamo pronti allo scherno, alla derisone, alla sopraffazione.

Il danno più grave che emergeva era l'evidente colonizzazione del nostro immaginario. Accade infatti sempre più spesso che tra donne si presti molta più attenzione di prima a seni, bocche e corpi: guardiamo il seno di un'amica, valutiamo la linea della collega, scrutiamo le rughe e gli altri segni di invecchiamento delle altre donne. Dipende, è evidente. dall'aver introiettato il modello maschile: ci guardiamo come riteniamo ci guarderebbe un uomo. Ma come sarebbe il nostro sguardo depurato dalle pressioni dei media?

Quante donne si sottopongono a un intervento di mastoplastica additiva, mi chiedevo, per un personalissimo e rispettabile desiderio di avere un seno più voluminoso e quante invece sotto la spinta dell'insicurezza che deriva dal non sentirsi adeguate, dal non corrispondere a un modello di bellezza imperante?

Perché non è possibile, semplicemente, avere delle trasmissioni, come in qualsiasi altro stato dell'Unione europea, dove l'intrattenimento non significa l'umiliazione delle donne?

Se il "mercato" televisivo dunque propone, tra le altre cose, un'immagine umiliante per le donne, vuol dire che è questo che il pubblico "consumatore" vuole, perfino quello femminile? E' accettabile, per la comunità dei cittadini?

La donna adulta fa riferimento alla dimensione del seno della ragazza prima dell'operazione, definendolo "meno di una coppa di champagne", dimensione non sufficiente ma che comunque "ti ha consentito di aver un fidanzato".  Sembra chiaramente che qui si sta passando il messaggio che un fisico non rispondente ai diktat del mercato può compromettere la possibilità di stabilire una relazione d'amore.

I volti delle donne adulte sono stati banditi dalla televisione. I volti delle donne mature sono scomparsi. Dove sono finiti? Perché in televisione non si vedono quasi più?

Il termine faccia viene dal verbo fare e dunque ci portiamo in giro ciò che abbiamo fatto nella vita: la nostra faccia, appunto.

"Ho delle rughe molto evidenti", ha dichiarato recentemente l'attrice Kate Winslet in un'intervista ad "Harper's Bazaar". "E quando guardo le locandine dei miei film, dico sempre: "Mi avete ritoccato la fronte. Potete farla tornare com'era?". Preferirei che la gente dicesse "Sembra più vecchia anziché sembra paralizzata".

Attraverso la televisione, sento la violenza insita nel proporre un modello così artificiale di femminile adulto. Penso all'enorme insicurezza di noi donne, costrette ad annullarci pur di essere accettate. Ancora una volta, interpretiamo a modo nostro il presunto desiderio maschile.

...le donne offese in TV possono anche essere considerate indecenti e disdicevoli, ma non vengono viste com oggetto di una violenza diretta verso il genere femminile, e quindi come ostacolo alla dignità e all'affermazione individuale di ogni donna. Insomma, che si tratti di una violazione di un diritto costituzionale non è ancora coscienza acquisita. La rappresentazione delle donne in TV ridicolizzate, spogliate, manipolate, a volte umiliate, sul piano istituzionale viene considerata ancora come cattivo gusto e non come limitazione della libertà individuale di milioni di donne.

Non si tratta solo dell'uso e della strumentalizzazione del corpo femminile per vendere qualunque oggetto, ma anche e soprattutto della continua svalutazione della donna intesa come persona, eternamente relegata in ruoli sciocchi e superficiali.

Il modello che detta legge in questo momento è la magrezza estrema corredata però da seni abbondanti, per forza di cosa spesso installati da invasive operazioni chirurgiche.
Tutto questo nudo e i continui richiami sessuali non operano la liberazione dell'erotismo femminile, che l'uomo teme in quanto segno evidente di affermazione della persona, ma, abbinati al continuo reinserimento della figura femminile nei ruoli di madre, sposa e prostituta, servono a congelarne le possibilità di evoluzione nella società, a limitarne la libertà e i diritti.

Si tratta di creare spettatori consapevoli, liberi non in base a quanto viene loro proposto ma in base a ciò che essi sanno riconoscere e valutare; se so cosa sto guardando, se ne decifro il linguaggio. allora posso veramente scegliere cosa guardare, e quindi solo allora veramente libero.

"Di che cosa abbiamo paura?", direi che abbiamo paura di non piacere. Abbiamo paura di non essere accettate così come siamo. E forse, in ultima analisi di rimanere sole.
Non importa. vorrei dire alle ragazze che incontro in giro per l'Italia, non importa se non piacciamo a tutti. Accettiamo di non piacere, almeno per un po'.
Per il tempo necessario per far si che anche in Italia, paese in "resistenza", si cominci a considerare una donna che rivendica i propri diritti, diritti sanciti dalla Costituzione, semplicemente una persona che rivendica i propri diritti.

Sorprendentemente, sul blog scrivevano anche molti uomini:
"Sono un ragazzo di ventitré anni e con infinita ostinazione mi scontro ogni giorno con la mia ragazza per spronarla a cercare se stessa fuori dagli stereotipi formali che il mondo degli uomini le ha cucito addosso."
"Ma nessuno pensa a noi uomini? Davvero credono che siamo una massa di bavosi arrapati che stanno davanti alla TV aspettando che Belen si spogli? Io mi sento offeso nella mia dignità tanto quanto voi.
Considerano voi prosciutti e noi decerebrati. Siamo stufi quanto vuoi e il nostro ideale di donna è lontano anni luce da quello che vediamo in TV. Siete voi che vi lasciate manipolare, così andate dal chirurgo. fate i fanghi per la prova costume, vi vestite per le altre e non certo per noi."

Oggi le manifestazioni sono sempre più rare, probabilmente perché è venuta a mancare la consapevolezza che le nostre azioni possano modificare e migliorare il mondo che ci circonda: Perché manifestare se poi niente cambia?

Ci scagliamo tanto contro le tante ragazze oggetto usate nelle trasmissioni televisive. ma è a chi governa la televisione che dovremmo chiedere dei limiti da far rispettare agli autori.

Perché non reagiamo?
Perché non ci presentiamo nella nostra verità?
Perché accettiamo questa umiliazione continua?
Perché non ci occupiamo dei nostri diritti?
Di che cosa abbiamo paura?





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