venerdì 6 gennaio 2012

Dalla lotta per l'aborto alla lotta all'aborto


"L'aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito. Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela." 
"I bambini uccisi nel seno materno sono ora come piccoli angeli attorno al trono di Dio."
"Milioni di bambini continuano a morire a causa dell'aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno." 
(Madonna di Medjugorje - Messaggi durante apparizioni ai veggenti). 
"Mi sembra chiaro come la luce del giorno che l'aborto è un crimine." (Mahatma Gandhi)




L’approvazione della legge 194 nel 1978, che consente l’aborto alle donne maggiorenni fino al terzo mese di gravidanza, fu una vittoria del femminismo.
Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso all'aborto è permesso alla donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).

L'aborto è uno dei grandi temi su cui la società non smette mai di discutere.
Abbiamo tanto lottato per raggiungere tale diritto, ma ancora adesso l'aborto rimane un problema. Si urla immediatamente che l’aborto è un omicidio e che pertanto colei che ha interrotto la gravidanza è un'assassina. Così la donna si trova ad essere emarginata e guardata come una peccatrice da punire, si trova a dovere affrontare le critiche e i pregiudizi di una società che la giudica senza tenere conto di quelli che sono i suoi diritti.
La decisione di avere o no un bambino è una delle scelte con le conseguenze più pesanti nell'insieme della vita di una donna. Negare l'aborto significa costringerla alla maternità, che al contrario deve essere scelta liberamente.
L'embrione è potenzialmente una persona, e come ci insegna il vecchio Aristotele tra potenza e atto c'è una bella differenza.
Non voglio giudicare chi la pensa in maniera diversa, chi sostiene che l'embrione è già una persona, o chi è contraria all'aborto, poiché per me non è questo l'importante, ritengo che ognuno possa avere le proprie idee e possa liberamente fare le proprie scelte, ma è proprio questo il punto cruciale. Perché privare la donna della possibilità di scelta? Come si può chiedere ad una donna vittima di stupro di mettere al mondo il frutto di quella violenza carnale? Oppure perché dovremmo mettere al mondo figli che non riusciamo a mantenere, o per motivi di salute o per motivi socio-economici?
Con questo non intendo dire che bisogna concepire l'aborto come un "contraccettivo" o affrontare l'argomento con leggerezza poiché non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di una scelta complessa e che provoca forte sofferenza nella donna.
Una gravidanza indesiderata va evitata non cercata "tanto si può abortire"!
Ecco perché bisognerebbe educare i giovani ad una corretta e sana sessualità, bisogna conoscere i numerosi metodi contraccettivi che oramai abbiamo a disposizione, senza dimenticare anche la possibilità di dare in affidamento il proprio bambino o la propria bambina a quelle coppie che invece desiderano un figlio o una figlia. L'unica cosa su cui bisognerebbe lottare, ma di cui in Europa se ne parla molto poco è l'aborto selettivo, volto ad eliminare i feti femmine.
Chiaramente non possono essere accettate motivazioni del genere. Il papa sostiene che non c’è pace se c’è aborto, io dico che non c'è pace senza il pieno possesso dei propri diritti. Dobbiamo avere una mente più libera, pensante e critica, non dobbiamo più essere vittime di quel pensiero che ci rende schiavi/e dell'ignoranza. Non possiamo lasciarci condizionare dal fatto che la chiesa cattolica è contro il profilattico poiché interrompe una possibile procreazione, al contrario dobbiamo educare i nostri figli a usarlo, non solo per evitare gravidanze indesiderate ma anche per prevenire di contagiare o essere contagiati da malattie mortali. I genitori devono comprendere che i figli crescono e loro stessi devono aiutarli a conoscere quali sono i contraccettivi che hanno a disposizione.
L'aborto è un diritto inalienabile della donna ed è un dato di fatto, che a qualcuno dovrà prima o poi interessare.

1 commento:

  1. Ciao Marianna,
    siamo d'accordo con te sulla procreazione libera e responsabile.
    Che cosa cambierebbe se si stimolasse la crescita culturale e sociale in materia di sessualità?
    Dovremmo tutelare di più la salute della persona, diffondere una nuova cultura della maternità e della nascita, combattere ogni discriminazione uomo/donna e ogni forma di violenza.

    Aied

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