venerdì 2 dicembre 2011

Ecco il nuovo anticoncezionale: I Libri!

Non volevo credere ai miei occhi quando ho letto l'articolo pubblicato da Camillo Langone su Libero. Leggevo e rileggevo sperando fosse solo uno scherzo, ma ahimè non è così.
Udite, udite, è stato scoperto un nuovo contraccettivo: i libri!
Secondo il giornalista studi recenti denunciano "lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico". Di qui la conclusione: "Se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà". Attenzione però, questo lo dicono le statistiche, non lui, quindi non prendiamocela con il povero giornalista che compie solo il suo mestiere di informatore.
Si tratta di un attacco al mondo femminile che non può non produrre l'ira delle donne e non solo.
E' triste leggere un articolo del genere dopo decenni di lotte che la donna ha dovuto affrontare per potere accedere all'istruzione, per conservare il diritto di essere madre ma nello stesso tempo di realizzarsi professionalmente. La soluzione trovata è quella di impedire loro di entrare nelle biblioteche, in fin dei conti la donna è solo un ventre da violare, un oggetto utile per la procreazione, a chi importa se abbiamo sogni, desideri, attitudini e potenzialità.
Inviterei il signor Langone e coloro che hanno condotto gli studi dal giornalista riportati, a riflettere sul fatto che il nostro paese non dà alla donna la possibilità di realizzarsi sia professionalmente che come genitore.
Se prima eravamo destinate al concepimento, perché era l'unica mansione a noi affidata, adesso dobbiamo fare una scelta, o la carriera o essere madre. Al posto di trovare soluzioni così offensive e arcaiche preoccupiamoci invece di rendere l'Italia un paese anche per donne, donne non discriminate sul lavoro perché incinte. Apriamo nidi aziendali, aumentiamo gli asili nidi. Non siamo state create solo per la riproduzione, non dobbiamo dimenticare i sacrifici che le donne prima di noi hanno affrontato per ottenere uguali opportunità di accesso all'istruzione e non dobbiamo dimenticare tutte quelle donne che ancora oggi lottano, in svariati paesi, per ottenere questo diritto su cui ha tanto ironizzato il nostro giornalista di Libero.


" Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo. Dovrebbreo in realtà essere segregate, poichè sono loro la causa di orrende ed involontarie erezioni di uomini santi"
Sant' Agostino



4 commenti:

  1. è ASSURDO per non dire PARADOSSALE che ancora nel 2011 la donna è vista soltanto come un "forno" solo che noi non sforniamo il pane ma figli,è ancora più assurdo che la colpa della diminuizione demografica viene data ai libri e in più vengono proposte idee come chiudere alcuni corsi universitari.Chissà magari tra qualche anno troveremo nelle copertine dei libri :"leggere nuoce gravemente alla fecondazione"

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  2. Esatto Antonella, senza contare che i figli non sono giocattoli e si devono concepire quando le finanze lo permettono. L'Italia non può certo vantarsi di far vivere dignitosamente tutti i suoi cittadini!

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  3. Sono inorridita... non solo è completamente da denuncia l'articolo di questo maschilista, ma quelle statistiche sono da abolire...non si dovrebbe dare carta bianca a gente così sessista, che va a mettere in pubblico tali argomentazioni... e probabilmente questi articoli letti da altrettanto maschilisti saranno anche acclamati e accettati! E non mi stupirei neppure se sentissi qualche donna anziana o completamente ignorante che giustifica questi argomenti, alle volte incontro donne convinte ancora che sia giusto avere la figura dell'uomo che porta il pane e della donna che lava a terra!!... Viviamo in una società da rifare da capo...vergogna!

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  4. Inorridita è la parola giusta! Ho condiviso il vostro articolo sulla pagina Facebook di AIED (http://www.facebook.com/aiedsocial), un'associazione laica che fin dagli anni 50 combatte a fianco della donna, sostiene la contraccezione, la prevenzione e la crescita culturale e sociale in materia di sessualità. Ripeto: dagli anni 50!!! E noi, nel 2011, siamo costrette ad ascoltare e a leggere affermazioni di una bassezza davvero preoccupante. Non ho parole.

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