martedì 7 giugno 2011

Il corpo delle donne di Lorella Zanardo

Propongo la visione di questo documentario di Lorella Zanardo, proprio perché credo che descriva perfettamente la condizione in cui la donna si trova in questa società. Una donna ridotta ad oggetto, donna ridotta dai mass-media come merce di scambio.
Non è il nudo in sè il problema, quanto il nudo usato per vendere. Questo lo trovo denigrante nonchè offensivo. Senza contare che in Italia 3 milioni di persone soffrono di anoressia o bulimia, e nel 95% dei casi si tratta di donne. Queste patologie emergono soprattutto nella fascia d'età che va dai 12 ai 25 anni. La bambina, fin da piccola, apprende che l'avvenenza sessuale è la cosa più importante richiesta alla donna. In Italia proliferano concorsi di bellezza, però le donne sono discriminate nel lavoro, soprattutto perchè possono essere gravide, i posti di comando delle donne sono pochissimi soprattutto nei settori della politica e della burocrazia. In tv ci sono vallette, letteronze e così via che vengono usate per la loro avvenenza ma non hanno alcuna competenza professionale. La cultura occidentale illude la donna di essere libera sessualmente, ma "mercificare" non significa liberare. Spesso mi si dice "ma nessuno le obbliga lo scelgono loro":  non imporrei mai ad una ragazza di non fare la velina, neanche quella sarebbe libertà, con la costrizione non si ottiene nulla, tuttavia sarebbe necessaria una riforma educativa che faccia crescere le ragazzine non pensando che il corpo è l'unica cosa che le farà avere successo, ma che lei ha ben altre potenzialità. Mente critica! questa è la parola d'ordine.
La mercificazione del corpo femminile non fa altro che alimentare la cultura machista ed omofoba. Dovremmo renderci conto che la bellezza è un aggettivo che attribuiamo agli altri assolutamente soggettivo e che non può servirsi di canoni stabiliti, siamo stanchi di guardare sempre e solo gli stessi corpi! Quanto è bella la varietà.
Ma questo cambiamento deve partire da noi donne, come dice la Zanardo " Ci guardiamo con occhi maschili...senza questa pressione continua sul dovere essere belle, secondo dei canoni che noi non abbiamo scelto ci accetteremo molto di più per quelle che siamo". "Il corpo delle donne",  è innanzitutto la storia di una donna che ha finalmente detto basta all'abuso mediatico del corpo femminile.









2 commenti:

  1. Anche cultura è una parola d'ordine. con questo termine non intendo soltanto la cultura,per così dire, puramente scolastica ma anche e forse soprattutto la cultura che ti permette di arricchirti, elaborare pensieri autonomi e dunque di essere come vuoi veramente essere. noto che moltissime ragazzine sono come sono appunto per piacere...piacere agli altri e mai a se stesse...poi si aggiunge il macigno dei mass.media è il brutto gioco può cominciare!

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  2. Cito una famosa frase di Pasolini per definire il mio pensiero:

    "La tv: qui la donna è considerata a tutti gli effetti un essere inferiore: viene delegata a incarichi d'importanza minima, come per esempio informare dei programmi della giornata; ed è costretta a farlo in modo mostruoso, cioè con femminilità. Ne risulta una specie di puttana che lancia al pubblico sorrisi di imbarazzante complicità e fa laidi occhietti. Oppure viene adoperata ancillarmente come "valletta" (al "maschio" Mike Bongiorno e affini). (dall'intervista di Dacia Maraini, «Ma la donna non è una "slot machine"»)

    E' abominevole vedere ogni giorno questi corpi usati per attrarre in modo tale da potersi avvicinare ad un prodotto pubblicitario, ad uno show televisivo, etc.... Vedere che la schiavitù è stata abolita ma non il concetto in se. Essere schiave del proprio corpo, vedersi ridotte ad essere illuse di intraprendere la via più facile solo tramite il proprio fisico non solo è degradante e umiliante ma anche un modo per continuare a tenere legata alla nostra mente il concetto di donna-oggetto ritenendola una cosa normale. Il fatto stesso di trovare anche gente in buona fede che, però, esprime a volte un pensiero mercificante della donna inserendola in un contento oggettivo (non deve essere aggressiva, deve essere "carina" nei modi, etc...) ci fa notare che lo stato ormai, comprensibilmente, deviato del nostro pensiero è qualcosa che si deve curare dichiarandolo apertamente, senza avere paura di doverci rieducare sul concetto di persona e genere.

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